Valle dell’Orco-Noasca Falesia diffusa: IL PICCOLO HALF DOME e la PRIMA e la SECONDA TORRE di Noasca
L’Half Dome, la mezza cupola, è una delle più riconoscibili e sorprendenti montagne della Yosemite Valley in California. Chi sale il sentiero sopra il Cimitero di Noasca, dopo circa mezz’ora può intravvedere una struttura rocciosa che da lontano ricorda la famosa montagna americana. Le dimensioni sono ben diverse, il Piccolo Half Dome della Valle dell’Orco è esattamente in scala 1:10. L’originale ha pareti di 600 metri, la versione nostrana non supera i 70 metri sul lato Sud. Cosa rara per una parete di granito, Il Piccolo Half Dome si presta magnificamente ad una scalata in stile falesia, con monotiri naturali di grande bellezza e brevi vie multipitch di respiro scenografico. Volendo, il primo tiro delle vie multipitch si può scalare come monotiro. Consigliamo comunque di percorrere le vie nella loro interezza, spesso completano l’esperienza in un ambiente spettacolare. Ci auguriamo che il Piccolo Half Dome e le pareti limitrofe possano rappresentare una buona alternativa alle splendide falesie Trad, di respiro internazionale, dei cugini dell’Ossola. La caratteristica più evidente della nostra falesia diffusa, che la rende particolarmente interessante è la grande varietà dei tiri e di stili. Dai muri fessurati fino ai tetti strapiombanti Trad della Seconda Torre, un insieme prezioso di rarità naturali. Lo stile è vario, dalle vie interamente Trad a quelle miste. Tutto il campionario della rude scalata sul granito è rappresentata. Gli apritori Andrea Giorda e Claudio Battezzati hanno scommesso più sulla qualità che sulla quantità, privilegiando le linee naturali più evidenti. Anche i palati più esigenti saranno sorpresi da alcune vie che hanno richiesto solo un’accurata pulizia e una sosta, come la Piccola Disperazione, fessura diagonale simile alla più grande del Sergent o il tiro simbolo sulla pala della parete Sud, Il Clandestino. Ma anche le lunghezze miste non deludono come Kalos Kai Agathos, che unisce in armonia assoluta la placca e la fessura o l’aereo Eperon du Bloc Coincè.
La falesia del “Big Black Belly”, o all’italiana il “Pancione Nero”, nasce da un’esplorazione effettuata con Sandro Zuccon nel dicembre 2022, durante la quale vennero adocchiate anche altre strutture e singoli tiri nella zona, che poi chiameremo “La Comba dei Leoni”. Giunti al di sopra, attirati dalla grande pancia nera di roccia apparentemente molto compatta e verticale, oltretutto esposta quasi ad ovest (rarità in val Susa), scopriamo che però la parte superiore è in realtà appoggiata e la roccia nera tende a formare fastidiose scaglie. Daremo quindi precedenza ad altre strutture della “Comba”, dove pulimmo e scalammo 4 bellissime fessure, che verranno pubblicate a tempo debito.
Alpi Graie Gran Paradiso Torri di Noasca Quota 1000 m. Italia Piemonte
Primi Salitori : Andrea Giorda e Claudio Battezzati settembre 2022/ Agosto 2023 Periodo: da marzo a novembre ( se non c’è neve) . Le Torri sono ventilate e spesso il clima è più fresco del fondovalle. Se si attacca molto presto, quando fa caldo, la Prima Torre rimane parecchio in ombra e poi la via, sulla Seconda e Terza Torre si svolge a Ovest. Difficoltà: 7a+ Max, Obbligatorio 6b+ RS2 Versante : Sud e Ovest Lunghezza : 380 metri di sviluppo
Via di grande soddisfazione, in ambiente spettacolare, uno dei più selvaggi e sorprendenti della bassa valle dell’Orco. La Gran Traversata è lunga e per un medio arrampicatore, scalando in modo dignitoso, arrivare in giornata a sedersi sul tetto dell’Ascensore al dodicesimo tiro, è un bel risultato. Va affrontata con spirito e tempi di una scalata di un certo impegno. E’ bene attaccare presto. Si tratta di tre Torri in sequenza, separate da brevi tratti a piedi, in ogni momento ci si può calare. La via è perfettamente attrezzata, con soste e spit inox, le grandi fessure sono in stile trad. La qualità dei tiri è sempre molto alta, sono presenti tutte le tipologie del granito, placche, fessure, mediamente lo stile richiede una buona tenuta dal punto di vista fisico/continuità. Alcuni tiri sono da copertina, un manifesto di quello che si viene a cercare in Valle dell’Orco, come l’interminabile diedro fessura del terzo tiro della Prima Torre, La Fessura della Pompa (Orco Pumprisse). Ma tanti altri non sono da meno, la Sciabolata del decimo tiro o il diedro fessura dell’Ascensore, che in un vuoto assoluto vi porta in vetta alla Terza Torre. Se si ha esperienza nel posizionare i friend e il livello necessario l’ingaggio è medio, contenuto. Ma per fare un riferimento ad una via che sta avendo molto successo in zona, Noasca Diamond, La Gran Traversata alle Noasca Towers è di un gradino superiore e non è strutturata come una Entry level. Liberare i tutti i tiri di questa via, vista la lunghezza e la continuità delle difficoltà, per noi è stato un piacere, un dovere, ma anche un impegno assai faticoso. Può darsi che a volte la stanchezza ci abbia fatto sopravvalutare qualche tiro, saremo lieti di avere il parere dei ripetitori più prestanti di noi, senza che diventi il tema centrale di questa scalata. la Gran Traversata ci piacerebbe fosse una full immersion nella bellezza selvaggia di questa valle e non il pretesto per un’impresa sportiva. Per quello vi sono posti più adatti. E vero che è lunga, ma prendetevi il tempo per vivere una giornata in un posto speciale, programmate magari anche una notte in cima ad una Torre, col cielo stellato. Chiedervi se un 7a è un 6c+ aumenterà solo la vostra frustrazione e aggiungerà poco o nulla, chiedetevi piuttosto come si chiamano le grandi montagne intorno e scoprite la loro storia, Il Courmaon di Gervasutti, il Ciarforon celebrato da Renato Chabod. La Gran Traversata, per chi la saprà cogliere, è una esperienza sensoriale per entrare in sintonia con lo spirito primordiale di questi luoghi, di queste rocce. Nel silenzio vi parrà di sentire le voci del passato, di chi ha vissuto, per scampare alla fame, su queste balze impervie.
Accesso Parcheggiate al cimitero di Noasca, le Torri le vedete chiaramente in alto a destra, contro cielo, e potete individuare anche la vostra meta, l’Ascensore, il grande blocco sospeso della Terza Torre. Uscite a piedi sulla statale in direzione Ceresole , quindi prendete il primo bivio a destra che porta ad una piccola frazione. Di qui parte un sentiero sulla destra non pulissimo, che poi sale in leggera salita sempre a destra (Bolli rossi). Dopo circa 10 minuti, ad un apparente bivio prendere a sin (Bollo rosso) e salire per un bel po’ fino ad entrare in una pietraia delimitata da un grande muro a secco. Giunti alla pietraia, portarsi subito sul bordo sinistro dove corre il sentiero e rasentare il muro a secco. Dove il muro è più basso, in corrispondenza di un grosso masso abbandonare la pietraia e salire nel boschetto, le tracce vi porteranno fino al Rio Arianas dove spesso, ma non sempre, scorre acqua. Scendete nel Rio una ventina di metri e poi girate a sinistra attraverso un boschetto di betulle e vi troverete al centro di un canale (Bolli gialli), in alto a sinistra vedete la Prima Torre con l’Asteroide in cima. Salite per tracce di sentiero in verticale verso la Torre e andate fino contro la parete, quindi girate a sinistra e sempre rasentando la parete arrivate ad un masso che sembra ostruirvi il passaggio, salite sulla placchetta e subito a destra trovate una grotta e il diedro di attacco. Dal Parcheggio, 35/40 minuti su ottimo sentiero e buone tracce.
Descrizione / Itinerario La formula è modulare, si tratta di tre Torri poste una di seguito all’altra. Tra la Prima e la Seconda ci sono 5 minuti di raccordo, tra la seconda e la terza 15 minuti. La Prima Torre è lunga sei tiri, 200 metri di sviluppo, segue la Seconda Torre che si supera con tre tiri, 80 metri di sviluppo, a seguire la Terza Torre o Torre dell’Ascensore, tre tiri 100 metri di sviluppo. E’possibile sempre scendere in doppia, dalla prima Torre si scende sulla via dalla seconda e dalla terza Torre la discesa è sul lato Sud, non sull’itinerario di salita. In totale le doppie per scendere sono 8. La via è nuova, la roccia è lo splendido granito della Valle dell’Orco, ma è normale, in 380 metri di sviluppo, nonostante l’accurata pulizia, che qualcosa alle prime ripetizioni possa ancora staccarsi o sbriciolarsi, non dimenticate il Casco e la prudenza dovuta! Per andare dalla prima alla seconda non sono necessarie le scarpe per camminare, meglio averle per andare dalla Seconda alla Terza Torre. I tiri, per chi ha un livello medio, spesso non sono così intuitivi a vista. Il grado da noi dato è frutto di alcune prove per individuare il metodo più efficace. Le valutazioni ci sembrano in linea con le classiche della dell’Orco, non regalate. Ognuno sarà ovviamente libero di dare le sue. Rammentiamo che lo spirito con cui abbiamo aperto questa via è quella di offrire la possibilità di fare un viaggio in un posto selvaggio, dalla natura fortemente evocativa. Una occasione anche per disintossicarsi dalla sterile e frustrante discussione sul mezzo grado in più o in meno. Si rischia, per aggiungere una bulimica tacca sulla propria pistola, di non guardarsi neanche intorno e perdere una grande occasione per riflessioni assai più remunerative.
PRIMA TORRE
Materiale, è sufficiente una serie di Friend fino al 3 ( 4 utile ma non indispensabile per il secondo tiro) , per il diedro fessura della Pompa raddoppiare 0,3-0,4 -0,5-0,75. Corde da 60 consigliate. 12 rinvii.
L1 Il Gran Diedro - alcuni spit permettono di evitare il fondo spesso bagnato poi bella fessura/diedro 6b+ L2 Il Tettino – Un boulder di non facile intuizione, poi traverso a ds e diedrino sfuggente 7a, molto tecnico. L3 Diedro Fessura della Pompa ( in ricordo di Reinhard Karl e la sua storica Pumprisse, prima fessura ad essere dichiarata ufficialmente di 7° Grado ) – Tiro spettacolare, roccia fantastica, una fessura di dita che per 23 metri solca un diedro a tratti liscio ( dove occorre pompare a due mani…) . Due bong, per chi li vuole usare, ammorbidiscono il tratto più duro e permettono di risparmiare qualche friend. Nessun passo è veramente difficile, la difficoltà è data dalla continuità e dal fatto che occorre fermarsi per proteggersi con i friend. Occhio che i Bong non sono spit, fate le vostre valutazioni. Se fatta in continuità 7a. Attenzione: in cima alla fessura è stata realizzata una sosta intermedia, con due spit da attrezzare con materiale proprio, per chi volesse andare a provare e fare ripetute su questo tiro emblematico. L4 Lo Specchio-Date i Friend al secondo di cordata, non servono e avventuratevi su un granito chiaro, luccicante. Inizialmente su una placca con piccole prese e spalmi, il grado si presenterà sul muretto soprastante, con un passo per niente intuitivo. E possibile fare una sosta intermedia in cima al tiro ( per non far tirare le corde ed osservare il secondo) e poi scendere in breve alla sosta della lunghezza 5. 6c+ L5 La Falsa Fessura - Tiro difficile, parte facile poi una falsa fessura sbilanciante porta verso lo spigolo con uno dei passi duri della via. Prosegue su placca liscia, in uscita uno spit protegge il traverso in spalmo verso sinistra, più impressionante che difficile. Attenzione, allungate prima il rinvio del traverso o poi vi tireranno le corde. 7a+ L6 L’Asteroide – La Prima Torre è difesa da una strana formazione strapiombante, un boccione di granito inattaccabile da quasi ogni lato. Miracolosamente il lato Ovest presenta una magnifica parete rossa, con lame che richiedono decisione. 6c+
Discesa: Sulla via, per evitare incastri seguite i consigli, dalla cima raggiungere S4 poi breve doppia a S3 poi S2 e quindi a terra. Per proseguire ci sono due opzioni ( tempo 5 minuti ). 1) procedere in cordata alla sinistra dell’enorme masso caratteristico e con un breve passo in arrampicata arrivare alla base della Seconda Torre . 2) passare su sentiero, a piedi, alla ds del grande masso e aggirarlo fino ad andare contro la parete della Seconda Torre e guadagnare il filo di cresta.
SECONDA TORRE Su questa Torre esistevano già due vie, un po’ abbandonate per il difficile accesso. La Gran Traversata sfrutta i primi metri della via dello spigolo (primi anni 90?) quella più a sinistra, di cui non si conosce l’autore, per poi proseguire per una linea indipendente. La linea di destra è di Sandro Zuccon in base a sua documentazione originale del 1981, poi spittata e ripresa più recentemente con il nome Il Volo dell’Aquila.
Materiale: 12 rinvii e una serie di Friend per il primo tiro
L7 Lo Spigolo che crolla - Splendida lunghezza caratterizzata da stranissime fessure orizzontali. L’ambiente è superbo. Sarebbe uno splendido tiro Trad semplice da proteggere, ma al tempo non si faceva caso e sono presenti vecchi spit. Dopo aver accuratamente pulito il tiro (era inscalabile in libera), per rispetto ai misteriosi apritori, li abbiamo lasciati. Ognuno deciderà se utilizzarli. Uno spit nuovo indica dove abbandonare il vecchio tiro e traversare sul lato Ovest per raggiungere la sosta. 6b+ L8 Tacche a scomparsa – Un bel muro verticale, con un tratto dove le tacche sembrano sparire per poi riprendere generose. In uscita traversare decisamente a sinistra per giungere alla sosta. 6c+ L9 Il Diedrino fantasma – Bella e impegnativa lunghezza, non sempre intuitiva. Passi difficili e continuità, uscita dura e con sorpresa. 7a+
Discesa: non dalla via! Dalla sosta della cima della Seconda Torre calarsi in doppia sul versante Sud percorrendo una placca in leggera discesa e raggiungere un terrazzino dove si trova l’ancoraggio per la seconda corda doppia. Per proseguire seguire camminando nel bosco il filo di cresta (bolli gialli ) e la base della Terza Torre. Tracce di una antica mulattiera vi porteranno sul lato Ovest. Uno spit con cordone indica il punto per raggiungere la base della magnifica parete Ovest.
TERZA TORRE O TORRE DELL’ASCENSORE La parete Ovest della Terza Torre è spettacolare, se fosse più accessibile sarebbe tra le più fotografate della Valle dell’Orco. Dominano il granito rosso e l’Ascensore, l’enorme blocco di granito sospeso. Da vicino non delude, lascia senza parole nel suo enigmatico equilibrio.
Materiale – Una serie di friend fino al 4 BD. Utile per i più prudenti, il raddoppio dello 0,75 -1 - 2 e 3 BD . 10 rinvii.
L10 La Sciabolata – Non sfigurerebbe nei satelliti del Monte Bianco. Il muro si presenta estremamente compatto e privo di prese. Una miracolosa interminabile fessura, perfetta come una sciabolata nella roccia, permette di accedere ai piani alti. Tiro dall’estetica indimenticabile. Un capolavoro della natura. Più difficile delle apparenze. Nessuno spit. 6c L11 Il Diedro della Lingua – Occorre ora spostarsi in traversata sul diedro grigio a sinistra, dritto è un altro itinerario in cantiere. Tiro avvincente e stranissimo, molto tecnico. Un diedro liscio con a metà un enorme masso simile a una lingua di pietra. Noi dopo tante prove abbiamo reputato stabile la lingua, in ogni caso sono presenti spit che permettono di osare la libera serenamente ed eventualmente integrare con qualche friend. Impegnativo e di difficile lettura 7a+. L12 Il Tiro dell’Ascensore – Degno finale di questa via, non siete al cinema, ma alla base di una delle strutture più curiose della Valle dell’Orco, l’Ascensore. Un blocco di granito rosso, squadrato, più grosso di un TIR, sospeso nel vuoto assoluto, come un ascensore bloccato a fine corsa. Si inizia con un breve traverso e si agguanta una lama sottilissima che diventa più spessa, si raggiunge quindi il primo spit. Dopo un breve muretto si percorre a friend, fino in catena la lunga fessura ad arco, con riposi, mai intensa che diventa sempre più larga. Vi sono sempre buone tacche per i piedi l’esposizione e il godimento sono totali. 6b+
Complimenti! Potete sedervi sullo spettacolare tetto dell’Ascensore e contemplare il precipizio sul rio Arianas, anche i più saldi di nervi immagineranno il vuoto sottostante e si augureranno che nessuno richiami il montacarichi.. Godetevi la vista dal Tetto dell’Ascensore, avrete la sensazione del vuoto sotto di voi. Un boschetto Zen vi farà riprendere le forze e meditare su quali meraviglie ci regali questa incredibile Valle.
Discesa : Non è sulla via. Scendere poche decine di metri a sud e alla base di una placca si incontra la prima doppia che porta alla base della parete. Di qui con una breve doppia di 30 metri si raggiunge la mulattiera che avete percorso in salita. Per raggiungere la vetta della Seconda Torre fate a ritroso il sentiero di cresta del collegamento, bolli gialli.
Le Torri di Noasca o Noasca Towers non cercatele su internet, perché è il nome che abbiamo dato Claudio Battezzati ed io alle Torri che si vedono in sequenza sopra il cimitero di Noasca, sul lato Sud, sopra il Rio Arianas, che termina la sua ripida corsa sul paravalanghe della strada per Ceresole. Le Torri sembrano non finire mai, la loro misteriosa storia è riemersa dal buio con le nostre recenti ricerche, sin dai primi frequentatori, Ugo Manera, Isidoro Meneghin, Sandro Zuccon e altri in anni più ravvicinati.
VALLE MAIRA - GRUPPO PROVENZALE ROCCA CASTELLO - - PUNTA FIGARI 2345 m -
VIA “VENTICINQUENNIO G.A.M.” ★★★★ Prima salita: Ugo Manera, Gian Piero Motti, 31 Ottobre 1971 Riattrezzata e rivisitata da: Claudio Battezzati e Gian Piero Porcheddu nei mesi di Luglio-Agosto 2023