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Storia

Giusto Gervasutti (1909 - 1946)

Nacque a Cervignano del Friuli il 17 aprile 1909, nel 1931 si trasferì a Torino per gli studi universitari. Già esperto dell' arrampicata su calcare si adattò rapidamente al granito e all' alta montagna delle Alpi occidentali pur continuando una intensa attività dolomitica tra cui ricordiamo la Solleder al Sass Maor con G. Boccalatte e con L. Devies la difficile Solleder alla Civetta. Seppe fondere in questo modo l'abilità su roccia degli arrampicatori dolomitici con la conoscenza dell' alta montagna dei ghiacciatori occidentali realizzando scalate fino ad allora impensabili. Divenne così tra gli anni 30 e 40 una figura di rilievo dell'alpinismo europeo ed arrampicò con i nomi più noti dell'epoca con i quali salì le più difficili e ambite pareti delle Alpi occidentali. In Delfinato con L. Devies nel 1934 la Parete NW del Pic d' Olan, nel 1935 la Cresta Sud del Pic Gaspard e nel 1936 la Parete NW dell'Ailefroide Occidentale. Fu particolarmente attivo nel Monte Bianco dove, oltre alla prima ripetizione della Cresta Sud dell' Aiguille Noire de Peuterey, partecipò alla "corsa alle Jorasses" prima con Piero Zanetti e poi con Renato Chabod. Nel 1935, inseguendo la cordata dei tedeschi M. Meier e R. Peters, realizzò la seconda ascensione dello Sperone Croz. Ancora nel Bianco con Gabriele Boccalatte salì lo Spigolo SW del Pic Gugliermina (1938) e con Paolo Bollini della Predosa nel 1940 l' inviolata parete Sud del Monte Bianco per la Via del Pilone Nord del Freney. Tuttavia l'ascensione che lo consacrò alla storia dell' Alpinismo fu la salita della difficile e selvaggia Parete Est delle Grandes Jorasses con Giuseppe Gagliardone nel 1942 (svolta tra l'altro in veste di Ufficiale degli Alpini e in circostanze fortunose nelle pieghe della 2° Guerra Mondiale).. Giusto Gervasutti mori' il 16 settembre 1946 al Mont Blanc du Tacul durante un tentativo di scalata, interrotto dal maltempo, dello Sperone che oggi porta il suo nome, precipitando nel tentativo di risalire una doppia incastrata. Nel 1945 pubblicò la propria biografia nel libro "Scalate nelle Alpi", un classico della letteratura alpinistica. Il libro è stato ripubblicato nel 1985 col titolo "Il Fortissimo" dalle Edizioni Melograno - Milano.

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 Immagini tratte da: Giusto Gervasutti, Scalate nelle Alpi, CDA&Vivalda Editori

 

La scuola di alpinismo

Le origini

Di scuole di alpinismo a Torino si comincia a parlare all' inizio di questo secolo. Dapprima è il gruppo Studentesco SARI, poi confluito all' interno della sezione di Torino del CAI, ad organizzare un corso di scalata che accanto alle uscite pratiche prevede delle lezioni di cultura alpinistica. Nel 1905 viene fondata presso la Sezione di Monza la SUCAI (Sezione Universitaria CAI) con l'intento di raccogliervi gli studenti universitari. La fuga di giovani verso la SUCAI non è gradita alla Sezione di Torino. La contesa tra i due gruppi dura, tra lettere e dossier, molti anni fino a che nel 1927 l'arbitrato del Segretario del Partito Fascista decreta essere la SUCAI l'unica organizzazione dei giovani alpinisti universitari. Con questa decisione scompare la scuola della SARI ma tre anni dopo una seconda direttiva del Partito capovolge la situazione. Viene infatti deciso che tutti gli iscritti alla SUCAI passino ai GUF (Gruppi Universitari Fascisti) e questi facciano capo alle locali sezioni del CAI. In questo modo l'organizzazione dei gruppi giovanili risulta nuovamente decentrata e ciò favorisce la nascita di molte iniziative. Inoltre il desiderio del regime di favorire la pratica dell' alpinismo e in generale la frequentazione della montagna intesa come scuola di ardimento, permette l'organizzazione di manifestazioni finanziariamente agevolate fra cui le "Settimane Alpinistiche". Vede la luce anche un progetto di "Scuola di Arrampicamento" che nel 1932 si tiene al Rifugio Bezzi in Val Grisanche e in cui gli istruttori sono Renato Chabod, G. De Rege, Dubosc, Revelli, Antoldi ecc. gli stessi nomi insomma che fino a pochi anni prima sono impegnati nella Scuola della SARI. Negli stessi anni lo Stato Maggiore conscio dell' importanza di un addestramento specifico delle truppe all' ambiente alpino istituisce ad Aosta la Scuola Militare Alpina e ben presto all' interno del CAI viene creata una commissione (Commissione Centrale di Vigilanza e di Coordinamento delle Scuole di Alpinismo) col preciso obiettivo di uniformare il lavoro delle Scuole a precise direttive ed in particolare "intonandolo con le necessitá militari in genere e della Scuola Militare di Aosta in particolare". Nel 1938 muore sulla Sud del Triolet Gabriele Boccalatte e il corso del GUF di Torino assume il nome di Scuola di Alpinismo "Gabriele Boccalatte" e come Direttore é nominato Giusto Gervasutti. La struttura é matura, molti Istruttori sono Accademici, le lezioni teoriche sono tenute da illustri Professori, l'attivitá pratica prevede uscite invernali, anche con gli sci, ed estive con impegnative salite in alta montagna. Lo scoppio della guerra ostacola fortemente la Scuola ma non ne blocca del tutto l'attivitá.

La Scuola Gervasutti

Alla fine della guerra anche le scuole di alpinismo si riorganizzano. La Boccalatte conta 40 allievi nel 1947 e addirittura 50 l'anno successivo. Ma nel frattempo i potenziali praticanti della montagna sono aumentati e un gruppo di giovani decide di fondare un'altra Scuola. L'occasione è loro offerta dall' ALFA (Associazione Libertas Fascio Alpinisti) i cui dirigenti desiderano che i loro soci possano apprendere almeno i rudimenti della tecnica alpinistica. Come istruttori troviamo i fratelli Rosenkrantz, G. Dionisi, G. Mauro i quali redigono lo statuto della Scuola; all'articolo primo leggiamo: "La Scuola di Alpinismo Giusto Gervasutti si è costituita per volontà dei soci del club Alpino Italiano, in seno alla Sottosezione ALFA .... nel mese di gennaio 1948". L' avventura della Gervasutti è iniziata ma già alla fine dell' anno dissapori con la dirigenza obbligano la Scuola ad uscire dall' ALFA e ha trovare una Sede diversa. La soluzione naturale è confluire nella Sezione di Torino del CAI dove però opera la Boccalatte. Segue un periodo di rapporti burrascosi che vede la fine della Boccalatte a causa della scomparsa del suo animatore G. Castelli e l' affermarsi definitivo della Gervasutti come scuola del CAI di Torino. Sotto la ferma direzione di Giuseppe Dionisi la Scuola si struttura fortemente guadagnandosi sul campo grande fama di severità e determinazione, il livello delle salite effettuate con gli allievi è molto alto. Non mancano comunque le critiche. L'eccessivo formalismo nei rapporti interpersonali tra istruttori e allievi e tra gli stessi istruttori e la Direzione della Scuola ad esempio darà origine ad una nutrita schiera di esilaranti situazioni di imbarazzo che la tradizione orale della Scuola tramanda da tempo. Addirittura la Scuola non accetta iscrizioni femminili (regola oggi caduta, per fortuna !!!) e la cosa non è gradita a molti. Vi sono anche gravi incidenti, nel luglio 66 nel corso di un uscita G. Ribaldone ei suoi due allievi precipitano dal canalone Gervasutti al Tacul. In seguito a ciò vengono rivisti i limiti delle difficoltà ed istituito il terzo corso riservato agli allievi migliori.

La maturità

Nel 1970 Dionisi lascia la direzione della Scuola aprendo la porta all'ingresso di numerose novità. Dal regolamento spariscono i riferimenti all'educazione morale e spirituale degli allievi, le terribili sanzioni disciplinari vengono rimosse, la direzione della Scuola torna ad essere opera collegiale del Corpo Istruttori ed infine, udite udite, vengono riammesse le ragazze. Il 1974 vede la Scuola toccare due ambiti risultati: la prima donna istruttore Lucetta Locatelli e il premio Rossi-Volante istituito dall' Assesorato allo Sport del Comune di Torino viene assegnato alla Scuola in riconoscimento dell'attività svolta nell'avviare i giovani alla pratica dell' alpinismo. Gli anni 70 sono anche gli anni della massima espansione della Scuola, i corsi vedono la partecipazione di oltre 40 istruttori e 100 iscritti per corso, inoltre la Direzione della "Gerva" assume l'onere della gestione, per il Piemonte, dei corsi regionali per Istruttori sezionali (gli attuali IA).

Per saperne di più
Suggeriamo il volume "La Minoranza Arrampicante" di Giuseppe Garimoldi, edito nella collana Cahier Museo Montagna dal Museo Nazionale della Montagna di Torino e da cui sono tratte queste note. 

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