RELAZIONI DELLE VIE DI GERVASUTTI
Olan 3564 m - Parete Nord-Ovest
Al fondo del lungo vallone di Valjouffrey si erge la parete Nord Ovest dell' Olan con i suoi 1100 m di altezza. La via segue il grande sperone che scende dalla spalla Sud e si svolge su roccia che richiede attenzione ma è possibile una buona assicurazione. Le difficoltà si concentrano nel grande salto chiamato Torre Gialla. TD. Primi salitori: Lucien Devies e Giusto Gervasutti, il 23 e 24 agosto 1934.
Guide e carte:
Les massif des Ecrins - Vol. 4, 1978; Ed. Arthaud.
Carta al 1:50.000 n° 6 Massif des Ecrins - Haute Dauphinè, Ed. Didier Richard, Grenoble.
Accesso:
Da Valjouffrey raggiungere in auto le Desert 1266 m e seguire il sentiero che conduce in 2 o 3 ore al rifugio di Fond Turbat.
Salita:
Dal rifugio attraversare il torrente della Bonne e su una morena raggiungere il piccolo ghiacciaio della Maye che si sale fino ai piedi della parete (1 h). Attaccare 20 m a destra delle cascate del grande couloir centrale. Salire una placca, poi su una linea di fessure poco marcate (IV). Continuare per rocce con buone prese fino alla prima delle tre caverne che si vedono dal basso, a destra del grande couloir centrale. Uscire sulla destra e salire per una serie di fessure e vaghi camini. Quando la parete si raddrizza per formare una costa che separa il grande couloir da uno più piccolo roccioso situato sulla destra, traversare a sinistra. Superare dei gradini, molto ripidi ed esposti ma con buone prese, sul fianco sinistro della costa per più di 100 m, per uscire su una spalla di rocce rotte, sul bordo del grande couloir sotto un grande salto giallo che sembra formare una torre, detta comunemente Torre Gialla (2-3 h). Per cenge e piccoli muri traversare verso destra in direzione di un profondo camino grigio, chiuso da grandi strapiombi. Di qui:
Attaccare 5 m a sinistra del camino grigio ed alzarsi parallelamente a questo per 4 tiri (IV, IV+ e V, sostenuto), fino ad un terrazzo di blocchi.
Attaccare 30 m a sinistra del camino grigio, superare un piccolo salto verticale (V) e salrie a destra fino ad un blocco mobile staccato dalla parete, sottto un muro giallo (IV+ e V sostenuto). Traversare a destra per 20 m poi salire pi&ugreve; o meno sulla destra del terrazzo di blocchi.- Si può anche salire direttamente il muro giallo prima segnalato (primi salitori).
Dal terrazzo salire con un traverso a destra un salto di roccia cattiva fin sotto un diedro strapiombante. riattraversare sulla sinistra (IV) poi salire un couloir parallelo al diedro (IV+). Per una fessura strapiombante, formata da una lama staccata, arrivare ad una piccola piattaforma. Sopra una grande placca conduce a due piccole nicchie sotto a degli strapiombi. Salire la placca fino alla prima nicchia (VI) poi, per lame strapiombanti (V), arrivare sulla destra della seconda nicchia. Salire una fessura strapiombante (IV+), poi delle fessure di roccia friabile fino alla cima del grande salto dove si trova una spalla di roccia cattiva, vicino ad un piccolo pendio ghiacciato (3-4 h).Con una bella scalata su rocce grigie (III, IV), lasciando a destra una torre raggiungere il tratto superiore del grande couloir. Salire il couloir per 30 m (IV,V esposto). Poi, se il couloir è asciutto salirlo direttamente fino alla cresta sommitale, diversamente, portarsi a destra sulla cresta secondaria per rocce con prese arrotondate (IV). Salire sulla cresta fino ad un salto, traversare a sinistra e salire le rocce della riva sinistra del grande couloir, vicino al fondo, Raggiungere la cresta sommitale a pochi metri della brèche che chiude il grande couloir; si può, anche attraversarlo verso sinistra, 50 m sotto la brèche, e raggiungere direttamente la cima Centrale (2-3 h, dall'attacco alla cima 7-10 h).
Discesa:
Seguire la cresta Nord (facile, possibile fare qualche doppia) fino alla parte orizzontale e calarsi con due doppie, a Est, sul ghiacciaio des Sellettes. Corta risalita fino alla brèche dell' Olan e discesa (ripida all'inizio) fino al rifugio. (utili picozza e ramponi).Pic Gaspard 3881 m - Cresta Sud - Sud Est
Il Pic Gaspard, una delle grandi cime del Delfinato, deve il suo nome alla grande guida di Saint Christophe Pierre Gaspard padre. Grande salita per cresta, molto lunga, non molto continua, è classica ma poco ripetuta. L'impegno è attualmente diminuito dalla possibilità di numerose varianti più facili e possibili fughe verso il ghiacciaio Claire. Alta 700 m la cresta presenta un salto inferiore di buona roccia, poi un lungo tratto di gendarmi, un tratto centrale con tre risalti e poi nuovamente un tratto facile ma molto lungo. Il passaggio chiave è sul secondo salto centrale (V+-VIa) secondo l'itinerario originale, sono possibili varianti più facili. Sarà descritta la combinazione diventata classica. L'itinerario è poco attrezzato. TD
Primi salitori. Lucien Devies e Giusto Gervasutti, il 30 e 31 agosto 1935.
Guide e carte :
Les massif des Ecrins - Vol. 1, 1978; Ed. Arthaud.
Guide du Haute Dauphinè - Massif des Ecrins, Vol 1, 1994; Ed. de l' Envol - Ed. de Belledonne.
Carta al 1:50.000 n° 6 Massif des Ecrins - Haute Dauphinè, Ed. Didier Richard, Grenoble.
Accesso:
Da Villar d' Arene risalire la valle verso il rifugio de l'Alpe de Villar d'Arene, 2077 m e poi verso il rifugio du Pavè 2841 m (4 h). Da quest'ultimo seguire la via normale del Pic Gaspard fino ai piedi della cresta che si aggira sul lato Est per salire su uno zoccolo all'altezza della base del ghiacciaio Claire verso i 3150 m. (1,30 h).
Salita:
La cresta inizia con un ripido salto giallo alto 200 m. Sul fianco Est individuare una macchia nera. Attaccare 20 m a destra del filo verso la macchia nera, poi proseguire direttamente 50 m (IV+), salire più facilmente verso una vaga cengia e quindi raggiungere a sinistra il filo della cresta e seguirlo fino alla cima del risalto. Seguire la cresta poco inclinata ma molto lunga scavalcando o aggirando numerosi gendarmi fino alla base del primo dei tre risalti centrali. (4- 5h).
Di qui due possibilità:
Alla sua base seguire a destra una cengia sul versante Est per 30 m fino ai pidi di un largo camino con una strozzatura a metà (20 m IV poi più facile). Raggiungere al di sopra il filo della cresta e seguirlo fino ai piedi del secondo risalto grigio.
Percorso originale:
Salire 5 m poi traversare a sinistra in placca per 10 m, al di sopra degli strapiombi (VIa buona roccia). Salendo obliquamente a sinistra raggiungere un camino che scalato per 50 m (IV+) conduce sulla cresta. Seguire il filo fino alla sommità, del risalto.
Il terzo risalto, grigio, si supera salendo leggermente in obliquo a destra (IV) fino alla sommità. Seguire quindi la cresta (facile) ma molto lunga fino alla vetta. (in totale 8 - 10 h)
Discesa:
Scendere sul versante est per il largo canale di rocce rotte e neve che parte dalla cresta Sud poco sotto la vetta fino a raggiungere il ghiacciaio. Costeggiare la base della cresta Sud e con una breve risalita tornare all'attacco, di qua al rifugio.Ailefroide Occidentale 3953 m - Parete Nord - Ovest
Imponente montagna tra le più elevate del massiccio del Delfinato. Sulla cresta sommitale lunga più di 2 km si allineano diverse cime di cui l'occidentale è la più alta. La parete Nord Ovest detta " de Coste Rouge" per la sua vastità è paragonata alla parete Nord delle Grandes Jorasses e la via che Gervasutti e Devies tracciarono nel 1936 è detta la "Walker dell' Oisans". Scalata bella ed esposta su roccia buona. La traversata del couloir della Coste Rouge e le grandi placche grige sono esposte alla cadute di pietre. Altezza 1050 m. TD+ seguendo il percorso originale.
Primi salitori: Lucien Devies e Giusto Gervasutti, 23-24 luglio 1936.
Guide e carte:
Les massif des Ecrins - Vol. 3, 1978; Ed. Arthaud.
Carta al 1:50.000 n° 6 Massif des Ecrins - Haute Dauphinè, Ed. Didier Richard, Grenoble.
Accesso:
Da la Bèrarde seguire il sentiero che porta al rifugio della Pilatte fino al torrente Cloute Favier. Lasciare il fondo della valle e alzarsi per i ripidi pendii e le rocce della riva destra del torrente che dal ghiacciaio di Coste Rouge arrivano alla fondo del canalone di Cloute Favier e raggiungere, verso i 2800 m, il ghiacciaio di Coste Rouge, attraversarlo verso la base della parete allo sbocco del grande canalone nevoso centrale.
Da Vallouise al Pre de Madame Carle poi risalire il Glacier Noir e raggiungere i piedi del couloir di neve che scende dalla brè Sud del Col de Coste Rouge. Salire il canale o, se in cattive condizioni, le rocce della riva sinistra. Dal colle scendere il ghiacciaio di Coste Rouge costeggiando la parete Nord Ovest fino all'attacco presso il canale nevoso centrale.
Salita:
Risalire il canale nevoso fino a metà altezza e spostarsi a sinistra sulle rocce della riva destra del canale fino ad una piccola piattaforma. Superare un camino poi salire obliquamente verso destra in un diedro aperto (III). Superare un muro (IV) e per una cengia entrare nel couloir di Coste Rouge. Traversarlo (caduta di pietre) fino al punto migliore per raggiungere le rocce del pilier centrale. Salire facilmente per diversi tiri fin dove il pilier presenta un risalto a forma di parete triangolare.
Di qui due soluzioni:
Traversare verso sinistra e salire una prima fessura-camino (V+) per arrivare sul filo della cresta del pilier che si raddrizza (V). Salire per un camino aperto (IV), e arrivare ad una "boite aux lettres". Di li parte una fessura verticale che porta sul filo della cresta (IV roccia cattiva) (i primi salitori).
Raggiungere un grande diedro nero al centro del salto, superarlo uscendo a destra (V+) .Seguono due tiri in camino (V) poi dei blocchi che portano alla cresta.
Da questo punto in comune salire la parete quasi verticale sovrastante (25 m, passaggio chiave VI).- Si può anche passare a sinistra in un diedro molto atletico (VI, chiodi).- Travesare a destra, raggiungere la cresta del grande pilier. Salire la cresta tenendosi sul filo o molto vicino (IV-IV+ aereo). Si arriva ad una brè stretta e profonda. Scendere di 4 m e passare dall'altra parte con una spaccata.Si ha davanti un nuovo grande salto. Con una traversata a sinistra raggiungere un alto diedro di roccia grigia, verticale, salirlo direttamente (V+). Ritornare sul filo della cresta del pilier e seguirla (IV) per arrivare alla cima del grande pilier centrale (8 h). Esso è unito alla parete da una cresta generalmente nevosa. Al di sopra si alza per oltre 100 m, una barriera di placche grigie e lisce, molto ripide, di roccia compatta, molto esposta a caduta di pietre. Superare la barriera (IV e V sostenuto) salendo dapprima direttamente poi sulla destra, superare quindi un corto muro verticale (V, molto esposto) e ritornare sulla sinistra per arrivare ad una grande cengia ascendente (1 h). Seguire la cengia verso destra e per un verticale ma corto couloir di roccia cattiva e verglassata (IV) raggiungere una spalla rocciosa spesso innevata. Si può evitare questo passaggio salendo un muro sul fianco destro (V) o, meglio, aggirare il couloir a destra superando un camino (III .IV)-. Dalla spalla superare un secondo breve couloir sulle rocce a sinistra per raggiungere una depressione obliqua da destra verso sinistra. Salirla e nel punto in cui si perde nel salto superiore, traversare a sinistra sotto un naso caratteristico. Si arriva ad un terrazzo inclinato ai piedi di un profondo camino verglassato alto circa 100 m. Salire il camino (V) fin dove si perde in una enorme caverna strapiombante, prendere a sinistra una cengia spiovente e molto esposta (V-V+) vicino alla caverna che conduce a rocce più facili per le quali si raggiunge la cresta sommitale (5 h, 13 h dall'attacco). Raggiungere la cima seguendo la cresta con alcuni saliscendi (1 h).
Discesa:
Dalla cima ritornare verso il punto in cui si è usciti. Scendere per un couloir aperto prima sulla riva destra poi su quella sinitra. Una doppia di 40 m porta sul ghiacciaio di Ailefroide; si raggiunge, traversando leggermente verso Est (breve salita alla fine) la via normale dell' Ailefroide Orientale sotto il suo salto nevoso. Scendere per la via normale fino al rifugio del Sélé. Di qui si può divallare facilmente a Ailefroide (2 h) oppure, se, si è lasciata l'auto a la Bérarde, si può rientrare attraverso il col du Sélé e il rifugio della Pilatte (5-6 h).Punta Gugliermina 3893 m - Pilastro Sud - Ovest
Scalata bella e difficile, in un ambiente magnifico. L'esposizione è continua, la difficoltà molto sostenuta; L'ascensione non è molto atletica. La roccia è buona nei passaggi difficili: Lunghezza 600 m. Il passaggio chiave per uscire dal pilastro si trova nella parte superiore. La via è chiodata.
Primi salitori:
Gabriele Boccalate e Giusto Gervasutti, 17-18 agosto 1938.
Guide:
Guide Vallot - La Chaine du Mont Blanc vol. 1, 1978 - Ed. Arthaud
Guida dei Monti d' Italia - Monte Bianco vol. 1, 1963, Ed. CAI-TCI
Guide Vallot - La Chaine du Mont Blanc vol. 1 "Selection", 1987 - Ed. Arthaud
Accesso:
Dal rifugio Monzino salire al Colle dell' Innominata e scendere sul Ghiacciaio del Freney, attraversarlo, talvolta molti crepacci, in direzione della rocce di base del Pilastro e raggiungere la cengia Schneider. Seguirla fino a metà distanza tra il ghiacciaio e il Couloir Schenider (3 h).
Salita:
Salire direttamente (andando leggermente a destra) verso il punto dove il Pilastro Sud Ovest prende slancio e risalirlo dal suo inizio (III e IV). Seguire il filo del Pilastro per 6 o 7 lunghezze (IV+ e V, sostenuto) fino ad una lama staccata alta 5-6 m; salire il camino che forma, uscire a destra, e proseguire per una lunghezza in un diedro aperto a destra (V poi IV). Lasciare lo spigolo del Pilastro che strapiomba, salire in obliquo a sinistra verso un camino canale (V- V+, qualche chiodo) che diventa progressivamente più facile e 40 m più su conduce ad una larga cengia di blocchi. Seguire la cengia fino all'estremità sinistra. 10 m a sinistra, si vede un grosso spuntone, raggiungerlo dal diedro che domina (VIb, uscita V; scomoda sosta a destra da evitare); traversare alla corda scendendo un poco a sinistra e superare successivamente 2 diedri e 2 spigoli per raggiungere una cengia inclinata (V+).Per dei terrazzi e delle fessure (V+/V), raggiungere la cresta Sud Ovest che chiude la parete fino ad una cengia 30 m più alta della grande spalla. Dall' altra parte della cresta salire a sinistra delle placche (V) e continuare con facilità fino alla cima ( 10-12 h dal rifugio).
Discesa:
Si svolge per la cresta Sud Est, dalla cima scendere verso Nord, una doppia breve porta alla brèche tra la punta ed un gendarme chiamato Epèe, aggirarlo sul versante Brenva, con una doppia raggiungere rocce facili sulla Normale dell' Aguille Blanche di Peutery che si segue sul versante della Brenva fino a poter tornare sulla cresta Sud Est che si segue fino all' altezza delle Dames Anglaises. Scendere quindi sul versante Freney verso una brèche che da accesso ad un canale obliquo (couloir Schneider). Con una doppia raggiungere le cenge Schneider che conducono in prossimità dell' attacco e del ghiacciaio.Monte Bianco m 4810 - Pilier Nord de Freney
Itinerario molto interessante, principalmente di misto ma con alcune lunghezze su roccia molto difficili. Ambiente estremamente isolato e severo di alta montagna che richiede una preparazione completa e buon intuito nel trovare la via anche considerando le pochissime ripetizioni. Altezza 700 m, TD.
Primi salitori:
Paolo Bollini della Predosa e Giusto Gervasutti il 13 agosto 1940.
Guide :
Guide Vallot - La Chaine du Mont Blanc vol. 1, 1978 - Ed. Arthaud
Guida dei Monti d' Italia - Monte Bianco vol. 1, 1963, Ed. CAI-TCI
Guide Vallot - La Chaine du Mont Blanc vol. 1 "Selection", 1987 - Ed. Arthaud
Accesso:
Salire al Rifugio Monzino (sentiero) e quindi per il crepacciato ghiacciaio del Brouillard al col de Freney e al Bivacco Eccles 3850 m (7 h). Dal Bivacco salire le facili rocce della Punta Eccles e scendere all' omonimo colle. Scendere, versante Freney, le rocce rotte della riva destra del canale fino al plateau superiore del ghiacciaio del Freney (1,30 h). Sconsigliabile l'accesso dal versante Brenva per il grave pericolo delle scariche di sassi dal couloir del Col de Peuterey.
Salita:
Dal ghiacciaio dirigersi alla base del Pilier Nord. Superare la crepaccia terminale, spesso molto aperta, sulla destra e raggiungere il Pilier attraversando un ripido pendio di neve, seguirlo su facili rocce. Aggirare il primo salto e risalire sulla riva destra il grande couloir del Freney e poi su roccia cattiva e innevata raggiungere il termine del salto. Per un pendio ghiacciato ed la cresta sottilissima di una profonda bréche raggiungere il secondo salto. Con un tiro arrivare ai piedi di una grande placca fessurata di 40 m, salire la seconda fessura da destra (chiodi, A1 e VI). Uscire a destra su una buona cengia. Seguirla verso a destra fino in fondo, ritornare verso sinistra con un traverso in diagonale su rocce rosse (tratto ripido, III ma di roccia molto insicura, difficile da chiodare). Arrivare sotto uno strapiombo, traversare sulla parete di destra (V+ atletico o A1) fino ad una piccola nicchia, superare un corto strapiombo (V) e uscire in un profondo camino, salirlo (V). Superare sul fianco Est dello sperone un tratto di 20 m (IV, roccia spesso ghiacciata). Raggiungere il couloir sulla sinistra dello sperone e seguire la sua riva destra, poi sulla riva sinistra. Verso l'alto raggiungere la riva destra sulle ultime rocce. Con una corta traversata obliqua verso destra raggiungere la cresta del Brouillard e da qui per cresta la cima del Monte Bianco. Dalla crepaccia terminale 12 h. Durante la prima invernale fu salita la parte superiore dello sperone con un elegante percorso prevalentemente su roccia di alta difficoltá.
Discesa:
Lungo la via normale italiana o la via normale francese al Monte Bianco.Grandes Jorasses 4208 m - Parete Est
Magnifico itinerario di circa 750 m che richiede grande impegno. La parte bassa della parete è caratterizzata da una grande Y spesso nevosa. Si svolge su uno splendido granito compatto e difficile da chiodare; le difficoltà maggiori sono concentrate nei primi 550 m. ED. Primi salitori: Giuseppe Gagliardone e Giusto Gervasutti, 16-17 agosto 1942.
Guide:
Guide Vallot - La Chaine du Mont Blanc vol. 4, 1978 - Ed. Arthaud
Guida dei Monti d' Italia - Monte Bianco vol. 2, Ed. CAI-TCI
Guide Vallot - La Chaine du Mont Blanc vol. 2 "Selection", 1987 - Ed. Arthaud
Accesso:
Da La Vachey raggiungere il Rifugio Gersavutti (sentiero poi breve tratto su ghiacciaio 3 h). Scendere sul ghiacciaio, traversarlo verso WSW e risalire in obliquo a sinistra il pendio compreso tra le rocce della Pointe des Hirondelles e gli isolotti rocciosi più in basso (crepacci); raggiungere la sella del colle per un ripido pendio (2,30 - 3 h).
Salita:
Dal colle des Hirondelles (3480 m) traverasre per ripidi pendii e rocce friabili fino ai piedi dell'Y (da 15 mn ad 1 h). Salire al meglio (percorso non evidente) sulla riva destra del canale fino alla grande cengia di neve (IV e V). Verso l'estremità sinistra della cengia, dove si interrompe con un piccolo salto roccioso, salire in obliquo verso sinistra una linea di rocce friabili.
Seguirla per tre tiri ( 2 strapiombi: il primo V, il secondo V+) fino ad un terrazzo ai piedi di un grande diedro, il più a sinistra della parete ( 3-5 h). Non salire il diedro ( vecchi chiodi visibili) ma scalare una fessura faticosa (V) che parte dall'estremità destra del terrazzo e porta su un terrazzino. Traversare a sinistra per prendere un diedro difeso da una banda orizzontale di quarzo ( 1-2 chiodi, utile una staffa), e salire due corte lunghezze per arrivare ad un terrazzino inclinato sotto un chiodo Gervasutti sul posto (V - V+; VI all'inizio) ( a sinistra variante Bastien). Spostarsi a destra per andare a prendere un diedro di 40 m, verticale poi strapiombante, che si sale sul fondo (VI, molti chiodi). Al di sopra è impossibile continuare direttamente. Traversare a destra su colate di acqua e ghiaccio fin sotto una sporgenza rocciosa caretteristica: la Tour. Individuare a sinistra una stretta fessura verticale, liscia e dai bordi svasati e salire in artificiale la sottile fessura che si trova sulla sua sinistra ( A1). Al di sopra della Torre alzarsi su rocce meno inclinate per tre tiri fin sotto una cornice strapiombante che attraversa la parete per tutta la sua larghezza. Per rocce più facili raggiungere a sinistra il punto in cui la cornice si abbassa fino a diventare un muro di 20 m meno strapiombante. Salire un diedro di 12 m (chiodi, VI) fino ad una cornice poi, una piccola fessura obliqua (VI e A2) e ristabilirsi sopra la cornice (6 h). Traversare salendo in obliquo verso destra su placche inclinate, delicate e difficili per due tiri. Superare una colata di verglas ed arrivare ad una cengia di rocce friabili. Salire la cengia fino ad una sorta di brè (rocce friabili e ghiaccio delicato) che dà accesso alla paretina finale. Scegliendo il percorso migliore a seconda delle condizioni raggiungere a sinistra la cresta di Tronchey che si segue fino alla Punta Walker (3 h; in totale dal colle 15 h).
Discesa:
Lungo la via normale delle Grandes Jorasses fino al Rifugio Boccalatte (4 h) AD inf.Mont Blanc du Tacul 4248 m - Pilier Gervasutti
Itinerario molto bello e classico di circa 800 m che si svolge in un ambiente severo e su roccia eccellente. La scalata è magnifica e nell' insieme poco esposta, ma sostenuta. La via è attrezzata, ed inoltre è molto comodo l'uso dei blocchetti. Il pilier Gervasutti é parallelo e a sinistra dello sperone Centrale (Pilier Boccalatte).
Primi salitori:
Piero Fornelli e Giovanni Mauro, 29-30 luglio 1951.
Guide:
Guide Vallot - La Chaine du Mont Blanc vol. 1, 1978 - Ed. Arthaud
Guida dei Monti d' Italia - Monte Bianco vol. 1, 1963, Ed. CAI-TCI
Guide Vallot - La Chaine du Mont Blanc vol. 1 "Selection", 1987 - Ed. Arthaud
Salita:
Dal Col du Midi (3532 m) o dal rifugio Torino (3375 m) o dalla stazione Helbronner (3467 m) raggiungere la conca glaciale tra la Pyramide e lo sperone Centrale (quello che arriva più in basso nel ghiacciaio) e risalirla fino a 3430 m circa, sulla verticale di una brèche del pilier Boccalatte ( 1 h 30 dal Colle, 2 h dal rifugio). Superata la crepaccia terminale ed un ripido pendio, attaccare qualche metro a destra del filo del Pilier Gervasutti per una fessura che lo raggiunge 30 m piú in alto (V poi IV+). Salire sul filo di un diedro stretto e uscire a sinistra su una piccola cengia (V-, IV), poi salire dritti e traversare a sinistra (V), poi a destra per facili rocce alla base del salto centrale. Salire un
diedro grigio ( 25 m, V-) e raggiungere a sinistra il filo del pilier (terrazzo). Scalare una fessura (IV faticoso), superare una "boitre aux lettres" poi un piccolo tetto sulla sinistra (V+), e salire sul filo sinistro del pilier (IV). Sulla sinistra, per delle fessure raggiungere alla sua estremità sinistra un terrazzino ai piedi di una grande torre gialla percorsa verso sinistra da una fessura. Salire la fessura per 10 m (IV) poi traversare a destra per continuare sul filo del pilier (V e V+) fino ad un terrazzino. Traversare orizzontalmente a sinistra (3 m, V), raggiungere un piccolo diedro e risalirlo (20 m, IV e V) fino ad un grande tetto rosso. Traversare 2 m a sinistra e superare il tetto per delle lame strapiombanti (V e V+). Poi, per una piccola cengia (IV), un camino (IV+) e qualche blocco raggiungere una bella brèche. Salire a sinistra del pilier un alto camino che si stringe in fessura (70- 80 m, III, IV, V). Risalire una placca e dei blocchi a destra, poi un diedro di 10 m con lame staccate (V), fino ad una cengia di ghiaccio. Seguirla per 6-7 m, superare una fessura strapiombante all' inizio (A1) e proseguire per la cengia fino ad un grosso blocco triangolare che si supera (IV+ atletico). Con una traversata ascendente a sinistra (V+/VIa), raggiungere l' uscita della fessura precedente. Continuare per una fessura (IV+) per arrivare ad una lunga cengia ascendente (100 m) di roccia cattiva, ai piedi del salto terminale del pilier. Salita la cengia una fessura (V) conduce ad una brèche. Traversare qualche metro a sinistra, scendere 10 m alla base di 2 alti camini, prendere quello di sinistra (IV+, ghiaccio) per arrivare in punta al pilier Gervasutti, ai piedi della Torre Rossa dello sperone Centrale. Di qui l' itinerario classico segue un couloir di rocce friabili e neve a sinistra della Torre fino a raggiungere la brèche la cresta 50 m dalla cima del Tacul che si raggiunge per rocce facili e neve. Si può anche salire direttamente la Torre Rossa seguendo l' ultimo tratto del pilier Boccalatte (V). ( dalla base 7 - 9 ore)
Discesa:
Per la via Normale del Mont Blanc du Tacul verso il Col du Midi ed il rifugio dei Cosmiques (2 h) da cui eventualmente al Rif. Torino. Utili piccozza e ramponi.