Questa storia comincia dalla fine e cioè da quando, resisi conto che i piedi non avrebbero resistito un altro giorno nelle scarpette, abbiamo deciso, in attesa di riprendere il traghetto per casa, di farci un giro in macchina per vedere nuovi posti arrampicatori Ed ecco la strada che porta a Cala Luna, sulla statale 125 da Baunei a Dorgali. Ci ero passato davanti un mucchio di volte con l’intima convinzione che, prima o poi, sarei sceso per andare a vedere. Di tempo ne abbiamo: sono le 11 di mattina. La nave partirà solo in tarda serata. Giro a destra e mi infilo nella stradina. Mi ci vogliono tre o quattro minuti per arrivare a una sosta dove decine di alberi di corbezzolo espongono i loro frutti formando miriade di puntini rossi. L’immagine rievoca il mio ultimo viaggio fatto con la Princi: è da allora che non li mangio.
A distanza di qualche mese dall’incidente che ha visto coinvolti Marco Bagliani, Luca Giribone e Luciano Peirano, con esito fatale per i primi due, ci tengo a raccontare qualche aneddoto e a ricordare la mia amicizia con Marco. Ho avuto la fortuna di conoscerlo durante il mio primo corso con la scuola Gervasutti di Torino, era il 2015 e avevo deciso di iscrivermi all’innovativo e inedito corso di Dry tooling per affinare la tecnica di scalata su misto e roccia con le picozze. Dopo le prime lezioni teoriche grazie anche a un’amica in comune, Marco mi aveva invitato a fare una salita già abbastanza impegnativa (non per lui ma per me) e fu così che dopo una sveglia antelucana mi ritrovai ad attaccare una parete nord a quasi 3000m in pieno inverno, era la bella goulotte Grassi-Tessera al Monte Ferra. Di quel giorno ricordo perfettamente il sonoro cazziatone che mi beccai da Marco per aver costruito la prima sosta attaccandomi al maillon anziché allo spit. “Ma tu lo sai quanto tiene quel maillon?? Potrebbe essere uno da ferramenta che tiene 100kg!” Non lo conoscevo ancora ma aveva ragione anche se mi scocciava essermi fatto la figura alla prima gita insieme. Lì ho capito subito che sulla sicurezza non lesinava e le successive gite insieme me lo hanno confermato.
Anche quest’anno si è svolto con successo il corso di arrampicata Trad della Scuola Gervasutti. Ha avuto luogo presso Forno Alpi Graie e il vallone di Sea, in concomitanza con l’ormai celebre raduno Val Grande in Verticale, che come il corso è ormai giunto all’ottava edizione.
Se l’approccio didattico da parte degli istruttori non è mai cambiato, quest’anno ho percepito una notevole evoluzione da parte degli allievi.
Valle dell’Orco-Noasca Falesia diffusa: IL PICCOLO HALF DOME e la PRIMA e la SECONDA TORRE di Noasca
L’Half Dome, la mezza cupola, è una delle più riconoscibili e sorprendenti montagne della Yosemite Valley in California. Chi sale il sentiero sopra il Cimitero di Noasca, dopo circa mezz’ora può intravvedere una struttura rocciosa che da lontano ricorda la famosa montagna americana. Le dimensioni sono ben diverse, il Piccolo Half Dome della Valle dell’Orco è esattamente in scala 1:10. L’originale ha pareti di 600 metri, la versione nostrana non supera i 70 metri sul lato Sud. Cosa rara per una parete di granito, Il Piccolo Half Dome si presta magnificamente ad una scalata in stile falesia, con monotiri naturali di grande bellezza e brevi vie multipitch di respiro scenografico. Volendo, il primo tiro delle vie multipitch si può scalare come monotiro. Consigliamo comunque di percorrere le vie nella loro interezza, spesso completano l’esperienza in un ambiente spettacolare. Ci auguriamo che il Piccolo Half Dome e le pareti limitrofe possano rappresentare una buona alternativa alle splendide falesie Trad, di respiro internazionale, dei cugini dell’Ossola. La caratteristica più evidente della nostra falesia diffusa, che la rende particolarmente interessante è la grande varietà dei tiri e di stili. Dai muri fessurati fino ai tetti strapiombanti Trad della Seconda Torre, un insieme prezioso di rarità naturali. Lo stile è vario, dalle vie interamente Trad a quelle miste. Tutto il campionario della rude scalata sul granito è rappresentata. Gli apritori Andrea Giorda e Claudio Battezzati hanno scommesso più sulla qualità che sulla quantità, privilegiando le linee naturali più evidenti. Anche i palati più esigenti saranno sorpresi da alcune vie che hanno richiesto solo un’accurata pulizia e una sosta, come la Piccola Disperazione, fessura diagonale simile alla più grande del Sergent o il tiro simbolo sulla pala della parete Sud, Il Clandestino. Ma anche le lunghezze miste non deludono come Kalos Kai Agathos, che unisce in armonia assoluta la placca e la fessura o l’aereo Eperon du Bloc Coincè.
E’ stato presentato a Cuneo, presso la Fondazione CRC, il cortometraggio "PORTAMI SU", scaturito del progetto "giovani e adolescenti in montagna", Laboratorio di Arrampicata.