Gli anni ’70 del secolo scorso sono stati anni di grande evoluzione dell’alpinismo europeo ed Italiano, evoluzione tecnica e di pensiero. Sul piano tecnico ebbe enorme importanza la diffusione della progressione frontale su ghiaccio con 2 attrezzi (piolet traction), già praticata in Scozia ma pressoché sconosciuta sulle Alpi. A lanciare e diffondere tale tecnica contribuirono due imprese della guida francese Walter Cecchinel: la Nord-Est del Gran Pilier d’Angle nel 1971, con George Nominé ed il Couloir Nord Est dei Drus con Claude Jager dal 28 al 31 dicembre del 1973. Sempre di carattere tecnico fu in quegli anni la vera rivoluzione che avvenne nella sicurezza della cordata con l’affermarsi dell’assicurazione dinamica, sperimentata e poi promossa soprattutto da un gruppo di guide ed accademici italiani. Sul fronte dell’etica avvenne una grande spinta per un ritorno all’arrampicata libera ed, in Italia, un fiorire di vari “Nuovi Mattini”, volti ad emancipare l’alpinismo dalla visione eroica e drammatica che aveva prevalso nell’era del “sesto grado”.
Adriano e Antonio, il ricordo della Scuola Gervasutti
Istruttori ed ex istruttori della Scuola Gervasutti ricordano con grande affetto Antonio Lovato Dassetto, Adriano Trombetta e Margherita Beria D'Argentina ad un anno dalla loro scomparsa. Hanno lasciato un vuoto incolmabile nei cuori di tutti, che si percepisce nell'attività della Scuola ma soprattutto nella vita quotidiana. Si avverte nell'ambiente alpinistico ma anche al di fuori, data la loro capacità di creare legami forti che nascevano dalle passioni comuni ma che erano in grado di evolversi e andare oltre. A loro è dovuto un ringraziamento speciale per tutti i sorrisi condivisi, i ricordi che rimarranno nel cuore, gli insegnamenti che ci hanno fatto crescere come Scuola e come persone. Ci stringiamo nel ricordo insieme alle famiglie e agli amici. Con grande affetto, Il corpo istruttori.
Giovedì 16 febbraio alle ore 21 al Monte dei Cappuccini nella Sala degli Stemmi la Scuola Gervasutti incontra l'alpinista e scrittore Fulvio Scotto: "ICE STORY - Breve storia dell'alpinismo su ghiaccio".
L'ingresso è libero a tutti.
Sintesi attività alpinistica di Fulvio Scotto a cura di Massimo Giuliberti:
Fulvio Scotto pratica l’alpinismo, estivo e invernale, sovente in solitaria, da quarant’anni, con particolare attenzione ai grandi itinerari storici delle Alpi. La sua attività più significativa resta però l’alpinismo esplorativo nelle Alpi sud occidentali, Liguri, Marittime e Cozie...
Sempre più spesso, dopo una forte pioggia contiamo morti tra vecchi e bambini e rimaniamo allibiti nel vedere che le case distrutte erano state costruite nell’alveo di un fiume o su una collina franosa. I proprietari per primi, spesso in malafede, si scagliano contro le amministrazioni che hanno dato i permessi. In realtà è un gioco delle parti, perché frequentemente quegli amministratori sono stati eletti proprio per costruire dove chiunque, con buon senso, non avrebbe fatto neanche un capanno, figuriamo farci vivere una famiglia. Li possiamo chiamare “delitti perfetti” dove tutto avviene nella legalità e nel consenso, peccato che il risultato porti a tragedie non recuperabili. Ogni volta il politico di Roma in televisione assicura che non succederà più, salvo poi essere contraddetto alla prima grande pioggia. E nel caso ci fosse un dolo, i tempi della giustizia con le prescrizioni fanno il resto. Se vogliamo affrontare la questione sull’opportunità o meno di costruire una strada nel Vallone di Sea, in Val Grande di Lanzo in provincia di Torino, per poter ragionare, occorre sgombrare il campo da sensibilità personali e farne una questione prettamente economica...
Una coppia di gipeti ha nuovamente stabilito il suo nido in Valnontey, su un terrazzino posto su una parete rocciosa sotto i piani delle baite del Money a quota 2200m, circa 250m più a sud-ovest del nido dell’anno precedente. La protezione del nido richiede un’area più ridotta rispetto a quella adottata l’anno precedente. Solo la cascata denominata “Fallo di Plutone” per le sue caratteristiche di distanza dal nido, facilità d’accesso e frequentazione, richiede l’adozione delle misure di limitazione all’arrampicata. Il Gipeto (Gypaetus barbatus) è uno dei più rari avvoltoi d’Europa con uno status di conservazione mondiale “near threatened”, ovvero prossimo alla minaccia. A seguito di un progetto internazionale di reintroduzione che ha visto diversi punti di rilascio sulle Alpi, il Gipeto frequenta da diversi anni il territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso e si succedono le deposizioni di uova con successivo involo dei giovani proprio come avvenuto per la coppia che ha nidificato l’anno scorso in Valnontey. Il periodo di riproduzione del Gipeto va dall’autunno alla fine di luglio, il periodo più delicato è quello invernale e la frequentazione umana ed in particolare l’arrampicata su cascate di ghiaccio possono provocare notevole disturbo alla specie. Altre possibili minacce sono rappresentate dal disturbo dei siti di nidificazione da parte di escursionisti, foto-amatori e fotografi professionisti e dal sorvolo di elicotteri. Nei prossimi mesi il nido sarà costantemente monitorato a distanza dal personale di vigilanza del parco.