Una nuova cascata in Valnontey. Un viaggio nell'avventura. "Ghiaccio Nascosto" che rivela emozioni profonde, vissute e raccontate da Mirko e Fabio sulle orme dei loro Maestri. [Fabio Ventre Istruttore Sezionale Mirko VIgorita Aspirante Istruttore]
-Девушка! -No, guarda che bambina si dice девочка, ragazza si dice Девушка! -Cavolo, hai ragione, povera Tatiana, con noi due avrà filo da torcere.
Si, sono parole russe, alfabeto cirillico, una lingua bellissima, ma perché? Perché Martina ed io ci siamo sciroppati un anno di corso di lingua russa, ogni martedì, con la mitica Tatiana, dolcissima maestra bielorussa, dalla santa pazienza, ma non fatela arrabbiare. La domanda tuttavia rimane, PERCHE’?
La salita della famosa cresta Preuss all’Aiguille du Savoie (3304m) effettuata da 4 cordate del 69° corso di alpinismo della Scuola Gervasutti. Qui nel racconto di Eugenia Passet
Il rifugio Dalmazzi spunta piccolo ma fiero su un promontorio in mezzo alle montagne, dalla sua terrazza domina tutta la Val Ferret e divide il mondo reale dal mondo avventuroso e surreale degli alpinisti. Con una bella passeggiata che in questa annata si presenta più semplice per la poca neve, si arriva al cospetto del ghiacciaio che pian piano si sta ritirando e si trasforma in rivoli di acqua che scorrono verso valle. Come si addice ad una buona scuola, il primo giorno è stato dedicato ad illustrare le manovre di soccorso e di recupero.
Uno dei grandi centri dell’arrampicata d’aderenza è senz’altro Grimsel, un Eldorado di granito. A scoprirla nel 1981 e a chiamarla Eldorado sono stati due fratelli svizzeri : Claude e Yves Remy, ai tempi nella foto accanto; la loro vita è una bella storia che consigliamo di leggere. Eldorado è una gigantesca e perfetta placconata di granito lisciata dai ghiacciai. Una parete da sogno che non ha eguali; si erge per oltre 500 metri dalle acque del lago di Grimsel da cui prende il nome. Una parete che non ha una cima vera e propria da conquistare, ma solo il piacere di arrampicarcisi sopra; anche se la scalata è prevalentemente di placca non mancano dei magnifici diedri regolari e belle fessure da integrare con protezioni mobili.
“Safe!” Urlava al suo compagno di cordata il norvegese di fianco a noi, per avvisarlo che si era appena assicurato in sosta. Mentre noi cercavamo di non appenderci, stando in equilibrio su di uno spigolo appena accennato, il nostro vicino si rilassava appeso a due nut, mentre il suo secondo avanzava. Due nut certamente ben posizionati, ma pur sempre due nut in tutto, pure piccolini! Ma dove siamo finiti?! Ben oltre il circolo polare artico, le isole Lofoten offrono paesaggi mozzafiato, natura incontaminata e scalate entusiasmanti: i nostri otto giorni sono stati accompagnati da un sole caldo, che tramontava solo verso le 10,30 di sera, lasciando ancora un piacevole chiarore e da climbers dalle più svariate provenienze.