Le Piccole Dolomiti Vicentine rappresentano un vero paradiso per gli amanti dell’alpinismo e dell’arrampicata su terreno misto. Durante la stagione invernale, questi monti si trasformano in un ambiente straordinario dove la neve e il ghiaccio ridisegnano il paesaggio, offrendo sfide entusiasmanti per chi vuole mettersi alla prova con ramponi e piccozze.
Questa storia comincia dalla fine e cioè da quando, resisi conto che i piedi non avrebbero resistito un altro giorno nelle scarpette, abbiamo deciso, in attesa di riprendere il traghetto per casa, di farci un giro in macchina per vedere nuovi posti arrampicatori Ed ecco la strada che porta a Cala Luna, sulla statale 125 da Baunei a Dorgali. Ci ero passato davanti un mucchio di volte con l’intima convinzione che, prima o poi, sarei sceso per andare a vedere. Di tempo ne abbiamo: sono le 11 di mattina. La nave partirà solo in tarda serata. Giro a destra e mi infilo nella stradina. Mi ci vogliono tre o quattro minuti per arrivare a una sosta dove decine di alberi di corbezzolo espongono i loro frutti formando miriade di puntini rossi. L’immagine rievoca il mio ultimo viaggio fatto con la Princi: è da allora che non li mangio.
Lentamente il grande portellone si abbassa, comincia a intravedersi una lingua di cielo, poi le infrastrutture del porto, infine la luce del sole inonda il grande garage della nave. I motori delle auto si risvegliano, qualche pirla ha anticipato l’accensione di qualche minuto come se questo potesse accelerare la discesa ottiene, diversamente, il solo risultato di ricevere male parole di chi in Sardegna è già venuto e conosce i tempi per essere vomitati da questo piccolo inferno di rumori, voci, stridii di gomme, odori nauseanti e facce provate da una notte di mare mosso. La strada per uscire dal porto cambia ogni anno ma le indicazioni sono precise, guido tranquillo e mi godo il lento scorrere del territorio che mi è familiare, quando usciamo dalla superstrada in direzione Dorgali, dopo qualche minuto, ecco il Supramonte di Oliena, ecco adesso siamo in Sardegna.
Due ragazze, tre ragazzi, un lungo viaggio su un robusto macchinone americano attraverso le Rocky Mountains. Una tempesta di neve, e molte ore dopo due tende buttate sulla sabbia del deserto buio, puntinato da infinite stelle.
Relazione da una ripetizione di Filippo Ghilardini con Chiara Raposo e Simone Avalis, durante il corso di Alpinismo della Scuola Gervasutti, 1 Luglio 2023.
Note: Bellissima via in ambiente, totalmente in fessura, nessun chiodo presente, due spit di via di cui uno sul difficile blocco inziale di L3 che altrimenti costringerebbe a proteggersi in discesa e uno su L4 in un punto dove evidentemente vi è frequentemente una colata d’acqua. Soste a spit ottime e quasi sempre collegate, ma conviene calarsi su Empire State Building. Stranamente la via non è recensita su nessun sito internet, merita assolutamente una ripetizione, è a mio parere superiore per bellezza e forse impegno rispetto alla vicina “Pifferaio di Spit” e ad altre vie più quotate dei satelliti. Superati i primi due tiri, di “avvicinamento” (possibile variante al primo tiro “Piola” più a destra, 6b), i restanti 5 tiri sono un più bello dell’altro, davvero spettacolari senza mai essere troppo duri. Se il Pifferaio è data TD+ o addirittura ED (forse esagerato), questa secondo me è sull’ED-/ED.