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Tirannica - Nuova via in Val Grande di Lanzo

Tirannica, un nome che per una volta non ho scelto io, e forse per questo motivo lo trovo bellissimo e davvero azzeccato per questa via, e un po' per me.
Già dalla prima volta che vidi la parete dell'Elefante, salendo verso il vallone di Vassola, rimasi impressionato dalla parete sud-est e mi chiesi che razza di vie durissime potessero esserci, ma non erano facili le vie all’Elefante?! Difatti su quella parete in realtà non c’è nessuna via facile, le vie più ripetute sono sulla cosiddetta proboscide, ovvero sulla porzione di parete più appoggiata, che guarda a sud.

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L’immagine mentale di quei muri strapiombanti rimase li, finché a cavallo tra il 2022 e il 2023 i turbo fratelli Enrico, con amici del gruppo valli di Lanzo in verticale, ebbero il merito di intuire il potenziale della parete per il pubblico di oggi, e misero mano alla richiodatura degli itinerari più abbordabili: vedo una foto e mi ricordo di questo posto, dove non avevo mai scalato.

È quindi l’occasione per ripetere le due classiche, Cocco e Wish you were here, davvero carine, caratterizzate da una iper chiodatura adatta un po' a tutti e roccia bellissima. Ovviamente mi faccio un giro li attorno e vedo questa linea impressionante, vado a spulciare sulle varie pubblicazioni e non trovo nulla.

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Nel frattempo scoppia un piccolo caso, perché tra gli apritori delle vie sopra citate c’è anche il papà di Giulio, un caro amico mio e dei Tritoni Verticali. C’è qualche dissapore con chi ha messo mano alle sue vie, pare senza chiedere un parere preventivo… Aggiungi soste, togli soste, sposta soste… alla fine chi ne risente è sempre la roccia. Comunque, Giulio aizza i Tritoni, segugi da fessure e invasati di friend, nut e granito. Nascono tanti monotiri e una bella via lunga, tutto trad. Anche il papà di Giulio chioda dei bei monotiri a spit. In tutto questo altri due amici e vecchie volpi della Valle arrivano e chiodano un ulteriore itinerario, apriti cielo.

Insomma l’elefante esce dal dimenticatoio e sembra il nuovo epicentro arrampicatorio mondiale, o forse solo delle Valli di Lanzo. Facciamo della Val Grande.

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In questo contesto, non so più bene a che punto ma era settembre 2023, a me e ai Tritoni importava solo di trovare belle linee e aprirle possibilmente trad. Riesco quindi finalmente a convincere dei validi soci a tentare, ovviamente dal basso, quella che diventerà Tirannica: sono il fedele Sandro Zuccon e Manuel Bissaca aka Mikrojinn, padre putativo dei Tritoni. Dovrò vincere qualche perplessità, qualche resistenza sulla mia ossessione che le vie si aprono dal basso, per forza, e se c’è fessura non si chiodano. Non si lasciano fisse, si scala ledge to ledge, eccetera eccetera, e altre fissazioni su cui soprassiedo in questa sede.
Resta il fatto che esce una linea secondo me molto estetica e discretamente dura, ma la roccia purtroppo a tratti non è il massimo. E chi ha voglia di tornare fin lì, a metà parete a pulire come non ci fosse un domani? Nessuno. Infatti i soci un po’ si smarcano, mi sento come se Tirannica fosse solo un mio capriccio.

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Eppure ci credo molto, bisogna pulirla. Preso un po’ con l’inganno (il più classico dei: "ce la rubano!") come sempre Manu trova il tempo e viene, con lui e Carletto torniamo per ripetere la via e pulire: ci va almeno una giornata/persona a tiro, e comunque non esce perfetta come vorrei… Rimane uno di quei progetti in lista d’attesta che vorresti esserti semplicemente dimenticato di aver completato, ma sono invece sempre lì a ricordarti che le cose bisogna portarle a termine e che la soddisfazione di finire un bel progetto non è mai a gratis.

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Finalmente arriva anche il momento di tornare per provarla in libera, anche se manca ancora qualche ritocco. Sono passati quasi due anni e io in realtà non ho nessuna voglia, la via è dura, impestata, avevo già fatto un mega volo di 10 metri l’ultima volta, fa freddo, umido, ho le paturnie e almeno altre 20 scuse del climber. Ma per una volta è Tricky a motivarmi, -dai vieni che ci spacchiamo, ho visto le foto, sono carico-. Ma che foto avrà visto, boh, e non voglio spaccarmi. Vabè, si va: come sempre la motivazione sul più bello arriva, basta un raggio di sole e le condizioni nella nostra mente diventano le migliori che possiamo immaginare, sempre meglio che stare in ufficio in effetti.

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Partono davanti gli orchetti coraggiosi Tricky e Ivan, dietro io e Simo, alla prima via dell’anno. Tutto scorre, ci divertiamo, soffriamo il giusto e risolviamo in libera tutti i passaggi, in cima mi sento felice per il regalo che mi hanno fatto e mi sono fatto, una grande via condivisa con dei grandi ragazzi.
Sarò tiranno fino in fondo e non aggiungerò nessun comfort tipo soste intermedie, calate dritte, spit… Le soste presenti bastano e avanzano, e purtroppo o per fortuna sono indispensabili per dare una pulita alla via per renderla presentabile ad una ripetizione. Sono molto contento del risultato e orgoglioso di questa via speciale, quasi 100 metri di fessura senza interruzione, da percorrere obbligatoriamente incastro dopo incastro, una tirannia niente male.

Filippo Ghilardini (INA)

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Relazione della via

tirannica

Note
L’“Elefante” costituisce l’estrema propaggine della fascia rocciosa che dalla Madonna della Frassa fascia il versante meridionale delle Alpi di Sanbernè, fino all’ingresso del vallone di Rio Vassola.
Conosciuta localmente come “Roc del Merlo”, questa parete deve il suo secondo nome alla forma particolare che, osservata dal fondovalle, appare come un elefante dalla lunga proboscide.
La prima esplorazione si deve a un gruppo di arrampicatori emiliani, tra cui Alberto Rampini, che salirono la parete passando dalla “proboscide”, probabilmente, ove oggi passa una sezione della via “Cocco”. Non sono tuttavia pervenute notizie certe.
La parete venne poi attrezzata negli anni novanta da Livio Berta, Massimo Costa e dal trio Gianni Caldana, Michele Cifarelli e Michele Cuzzumbo, che tracciarono i difficili tiri a destra della “proboscide”. Tra l’autunno 2022 e la primavera 2023 è iniziata l’opera di richiodatura degli itinerari da parte del Gruppo Valli di Lanzo in Verticale.
Dal 2023 in poi è in corso un grande lavoro di valorizzazione del sito principale e dei satelliti, con realizzazione di moti itinerari trad e sport, da parte della famiglia Costa e amici dei Tritoni Verticali e della valle.
La via Tirannica solca la parte più strapiombante e repulsiva della parete rivolta a Sud- Est.
La linea è evidentissima, un'unica fessura dalla partenza alla cima, sempre in forte strapiombo. È stato rinvenuto un cuneo di legno a circa 15 metri da terra e poco dopo due chiodi che costituivano evidentemente gli ancoraggi di calata d'abbandono di un vecchio tentativo. Abbiamo chiesto a chiunque abbia aperto in questi luoghi, a partire da Rampini (CAAI) fino a tutti gli altri chiodatori degli anni '90 e nessuno ne sa niente. Non è neanche chiaro se chi ha piantato il cuneo sia arrivato dalla larga fessura percorsa da Tirannica, difficile in quanto improteggibile se non con grossi friend, o forse da un fessurino di artif. più chiodabile. Sul resto della via non vi erano segni di passaggio, e a dir la verità neanche sulla parte iniziale da noi percorsa, dove la roccia sembrava vergine.
La via in generale è da considerarsi terreno d'avventura, seppure attrezzata con soste a spit. Non sono presenti spit di progressione. La roccia, per quanto da noi ripulita, sui muri a tratti tende a sfogliare, non ricevendo mai acqua per via dell'imponente strapiombo.

 

Materiale

Corda intera da 80 metri e cordino per sicurezza o due mezze.
Doppia serie di friend 0.3-3 Wild Country, BD o simili, singoli i micro 0.1 e 0.2, e i grandi 4-5-6. Il 6 si può lasciare ad S2.
Scelta di nut medio piccoli, rinvii allungabili.

L'obbligatorio reale in verità non esiste, nel senso che essendo la via una fessura continua dall'inizio alla fine, è sempre possibile salire in artificiale senza materiale particolare. Tuttavia il 6c è un grado minimo consigliato per divertirsi.

Discesa
Calata con due doppie, la prima un po' in traverso da S3 a S2, è necessario rinviare qualche friend, la seconda è completamente nel vuoto fino a terra, si salta quindi S1.
L1 possibile in moulinette, con smontaggio da secondo.

Avvicinamento
Da Chialamberto, frazione Valnera, seguire le indicazioni stradali per Candiela-Vonzo. Seguire la carrozzabile con tornanti e, a un bivio, svoltare a sinistra per Pianardi-Balmavenera, aggiungendo così il termine della strada presso le case di Ronco Bianco.
Dal piccolo parcheggio salire dietro una bacheca lungo un sentiero che tocca in breve il rudere di un vecchio albergo, poi alcune baite. Proseguire in piano brevemente sulla mulattiera verso sinistra e poi alla palina girare a destra, lungo una ripida traccia con segnavia 323A, che sale nel bosco di faggi (indicazione parete dell'elefante).
Il sentiero sale con ripide svolte, bolli gialli, fino a lambire un torrione di roccia isolato. Si aggira il torrione a sinistra seguendo dei bollini gialli, superando un ripido tratto su un letto di foglie di faggio, quindi, dopo una cinquantina di metri, si va a destra raggiungendo la base della “proboscide” (40’ dalla frazione Ronco Bianco). Per Tirannica costeggiare la parete verso destra e risalire alcune placche (attrezzate con ferri e corde), l'attacco è evidente in una grotta, scritta alla base.

Descrizione
Via incredibile per logicità e impegno, se ci si mette alla base, la cima strapiomba circa 15 metri rispetto all’attacco! Per fortuna 90-100 metri di fessura vi attendono e non aspettano altro che accogliere tutte le parti del vostro corpo e i vostri ferri. Ambiente yosemitico!

Non è la via perfetta, ma è una via rude, brusca e che non fa sconti. Una via decisamente Tirannica.

Attacco segnalato da targhetta in pietra.

  • L1 – attenzione in partenza alla roccia, primi movimenti già impegnativi, poi traverso più facile sotto i grandi tetti, difficile tratto offwidth e uscita molto impegnativa, che si risolve con movimenti molto particolari e boulderosi. 7b
  • L2 – fessurino da proteggere con attenzione, primo blocco in corrispondenza del vecchio chiodo, poi tratto chiave risolto con fantasia in occasione della prima libera, ma non spoileriamo. 7a+
  • L3 – Facile tratto fessurato in diagonale verso sinistra, poi il tiro si raddrizza e le prese si fanno più rade. Dopo il chiave c’è ancora da scalare, fino ad un passo offwidth ancora non regalato, poi facile placca e la cengia finale dove godere dell’ultimo sole. Singolo più facile rispetto ad L2 ma tiro più continuo nel complesso, sono 40 metri di fessura! 7a/7a+

Storico
Vista e aperta dal basso da Filippo Ghilardini con Sandro Zuccon e Manuel Bissaca il 23 Settembre 2023.
Prima ripetizione integrale di Riccardo Conterio e Ivan Depetrini davanti a Filippo Ghilardini e Simone Dorbolò il 23 Febbraio 2025.

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