Arrampicare con nut e friend, il corso rivoluzionario!
Il Vallone di Sea prende origine dal piccolo paese Forno Alpi Graie nelle Valli di Lanzo. Da qui parte una strada sterrata non carrozzabile che si apre a due possibilità: guadare il fiume e raggiungere alcune delle imponenti pareti di arrampicata che caratterizzano il vallone sul lato destro idrografico oppure continuare per il sentiero che porta fino al Col di Sea (3100 mt) al confine con la Francia. Anche da questa parte sono presenti settori di scalata, meno imponenti rispetto agli altri, ma apprezzabili soprattutto in tardo autunno, perchè prendono sole già dal mattino. Contrariamente a ciò che molti pensano, è il vallone di Sea ad essere stato il luogo di nascita del movimento del Nuovo Mattino, sviluppandosi e diventando famoso solo alcuni anni dopo nell’adiacente Valle dell’Orco.
L’aspetto fantastico del vallone è accentuato dai nomi delle vie e dei settori, tutti ispirati ai libri de Il Signore degli anelli di Tolkien. Ma la caratteristica fondamentale di questo posto è l’ambiente incontaminato: il torrente con l’acqua azzurra e le pietre bianche, la vegetazione rigogliosa, la purezza dell’aria e del suono. Per questo motivo anche solo immaginare le escavatrici che deturpano un paesaggio del genere e le betoniere che colano cemento per costruire una strada nel bel mezzo del vallone, credo farebbe inorridire chiunque. Per fortuna, grazie alle proteste di molti, arrampicatori e non, la valle è stata risparmiata dalla sua distruzione.
E non solo: è partita un’opera di rivalorizzazione del vallone portata avanti dall’associazione Rocciatori della Val di Sea, la quale si è dedicata alla pulizia e messa in ordine delle vecchie vie che stavano diventando irripetute e di conseguenza sconosciute, diventando meta di molti forti e famosi scalatori. L’opera è culminata nel raduno Val Grande in verticale tenutosi nei giorni 9 e 10 settembre. In questa occasione la Scuola Nazionale di Alpinismo Giusto Gervasutti ha organizzato una giornata di corso specialistico, e oserei dire anche speciale vista la sua buona riuscita nonostante fosse la prima esperienza di questo genere. Il corso aveva lo scopo di fornire agli allievi nozioni sulla scalata trad, quindi con il posizionamento di protezioni mobili veloci, dando particolare importanza alla tecnica di scalata in fessura. L’appuntamento a Torino alle 7,30 e la colazione a Cantoira un’ora dopo sono stati resi ancora più piacevoli dal sacchetto ricco di prelibatezze marchiate Ferrero, uno degli sponsor dell’evento, che ci è stato consegnato al momento dell’iscrizione. Soddisfatti dopo aver conquistato il nostro bottino, con una bella passeggiata non faticosa e con la Nutella nello zaino, ci addentriamo nel magico vallone e raggiungiamo la soleggiata torre di Gandalf. La prima parte della giornata è stata dedicata principalmente alla didattica, mentre nel pomeriggio ci siamo divertiti a scalare e a far scalare gli allievi dando loro la possibilità in totale sicurezza e tranquillità di leggere la roccia e incominciare ad abituarsi all’idea di scalare un tiro posizionando le proprie protezioni. Ma cosa vuol dire scalare trad? Vuol dire salire sfruttando le strutture naturali che la roccia ci offre per proteggerci. E come ben sappiamo, questo stile d’arrampicata richiede una discreta esperienza e capacità di interpretare la roccia e il percorso, nonché un certo allenamento mentale da non sottovalutare. E’ questo il messaggio che abbiamo cercato di trasmettere ai ragazzi presenti al corso.
Alberto Sitia, ex allievo della scuola e iscritto a questa giornata, scrive:
<La prima volta che ho messo piede nel vallone di Sea è stato l’inverno scorso con un paio di amici, alla ricerca dell’unica facile cascata di ghiaccio della valle (cascata del Ghicet). Spinto dal tam tam sui social per polemica sulla costruzione della pista, ricordo che fui pieno di curiosità. Non trovammo la cascata causa scarsa visibilità, rischio valanghe e persino l’avvistamento di un branco di lupi (e lì capii perché dicessero fosse un vallone selvaggio!), ma capimmo subito che ci trovavamo in un posto magico, stretto tra da ripidi pendii, grandi pietraie e foderato da verticalissime pareti granitiche… Pertanto quando ho ricevuto la mail della Gerva sul minicorso trad, in occasione del raduno Rocciatori di Sea, non ho esitato ad iscrivermi. Dopo esserci iscritti al raduno e ricevuto un generoso pacco gara inclusivo di barattolo di Nutella (che qualcuno ha suggerito di appendere all’imbrago al posto della magnesite), ci dirigiamo verso la nostra meta, la Torre di Gandalf. Sergio Cerutti ci parla lungo il cammino della storia alpinistica della valle e le sue caratteristiche.
Giunti alla base della parete inizia la parte didattica del corso: friend, nut, soste su terreno d’avventura e fondamenti di arrampicata in fessura, mentre gli altri istruttori iniziano a montare il primo tiro… un bel 6a+ (Sorgente Primaverile) giusto per scaldarsi..., e non che ci fosse roba più facile… lo proviamo tutti da secondi mentre gli istruttori si cimentano su robe ‘più difficili’. Dopodiché lo proviamo tutti con una corda dall’alto e una dal basso, in modo da provare a mettere le protezioni senza nessun rischio. Infine proviamo un secondo tiro molto particolare, un diedro-camino con uno strano ribaltamento (Onde Verticali).
La giornata termina a Forno con la lotteria dove tutti vincono un premio offerto dagli sponsor. Bellissima giornata insomma, peraltro con un gradevole sole nonostante le diffuse piogge un po’ in tutto il Nord d’Italia…
Grazie Gerva e alla prossima!>
La giornata passa velocemente e senza accorgercene arriva quel momento in cui vedi la linea netta tra ombra e sole sulle pareti di fronte. La luce si sta affievolendo, dando al vallone un aspetto ancora più affascinante. Con questo paesaggio prepariamo gli zaini e ripercorriamo il sentiero che in breve tempo ci riporta al paesino di Forno, dove stanno estraendo i numeri della lotteria. Niente di meglio che concludere la giornata seduti ad un tavolo con davanti una polenta e intorno gli amici di sempre con cui condividere le avventure, e la Gerva crea queste possibilità!
Eugenia Passet